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martedì 3 dicembre 2013

"Il Salvagente" sulla contraffazione di olio d'oliva. Un paio di domande all'autrice.

Direte voi, ancora a parlare di contraffazione dell'olio extravergine d'oliva? Si, assolutamente si. Stavolta lo spunto viene offerto da Il salvagente, quotidiano on line e settimanale in edicola dedicato ai consumatori che con il suo approfondimento dal titolone in copertina "Truffa in Italy, l'olio extravergine a prova di imbroglio" (il pdf si può acquiestare anche online) dichiara che 177 mila tonnellate di olio d'oliva consumato in Italia nel 2012 in realtà non erano olio d'oliva.
Considerando l'importanza dell'argomento con questo post vorrei mettere un paio di "puntini sulle i" e chiedere informazioni più precise all'autrice riguardanti alcuni dati presi in considerazione. Sottolineo che nutro massimo rispetto per questa testata e che la ritengo seria ed affidabile.
Ho acquistato l'ultimo numero in pdf per leggere l'articolo completo e l'ho trovato ricco di informazioni (molte delle quali già conosciute) di diverso genere riguardo l'argomento, ma c'è un passaggio che ho ritenuto opportuno sottolineare.
Nell'articolo de Il Salvagente si prendono in considerazione dati offerti dal COI (di cui chiederemo in seguito) procedendo con un paio di operazioni matematiche. La parte dell'articolo a cui faccio riferimento è la seguente.
"Mancano all'appello 177.000 tonnellate
Effettivamente secondo il Coi (Consorzio olivicolo italiano) ognuno di noi consuma in media 14 litri di extravergine all’anno. Se moltiplichiamo la cifra per 60 milioni, arriviamo a un consumo complessivo di circa 840.000 tonnellate. Ebbene, se all’olio d’oliva che abbiamo prodotto e importato nel 2012, togliamo la quantità che nello stesso anno abbiamo esportato, scopriamo che l’olio d’oliva che resta non basta per tutti: salta fuori un “buco” di 177.000 tonnellate - un quinto del totale - che potrebbe essere riempito con qualsiasi cosa. Forse proprio con olio di arachidi, mais o girasole."
Partendo dal presupposto che condivido l'ottica "guardinga" sull'argomento, e apprezzo qualsiasi tentativo che cerchi di portare un pò di luce sulla problematica della contraffazione dell'olio d'oliva italiano, mi sembra però che qualche punto di questo articolo necessita di un maggiore approfondimento e di un'attenzione particolare, considerando anche la confusione che caratterizza i consumatori  quando di parla di olio d'oliva e della sua contraffazione. Mi permetto allora, da lettore, di fare qualche domanda all'autrice, Barbara Cataldi, sperando che la redazione de +Il Salvagente possa girargliela e che lei, gentilmente, possa darmi delle risposte:

  • Nell'articolo si fa riferimento al COI, Consorzio olivicolo Italiano, cioè l'Unaprol, mi viene in mente che possa trattarsi invece del Consiglio Oleicolo Internazionale. Si tratta del Consorzio o del Consiglio? Mi piacerebbe saperlo anche per trovare la vera fonte dei dati che si sono utilizzati.
  • Per intenderci, dove sta scritto che il consumo pro capite in Italia è pari a "14 litri di extravergine" (forse intendevate olio d'oliva?)
  • Quali sono e dove si possono visionare i numeri relativi alla produzione, importazione ed esportazione che vi hanno fatto raggiungere quel buco di 177 mila tonnellate?
  • Olio extravergine e contraffazione:  Salvagente e confusione
    Olio extravergine e contraffazione:
    Salvagente e confusione
Davvero non so se la mia è una domanda legittima, se non era il caso di porla o rappresenta soltanto un eccesso di pignoleria, ma mi è sembrato necessario togliermi il dubbio. Considerando che si parla di chiarezza nel campo dell'olio d'oliva e della sua contraffazione, penso che bisogna essere chiari fino in fondo.

In ogni caso ho fatto la mia ricerchina.
I numeri che ho trovato io sul web (da semplice curioso) riguardanti la produzione, l'importazione e l'esportazione dell' olio d'oliva in Italia sono "vecchi" (2011). Sono i seguenti e li potete trovare sul portale dell' ismea:
In Italia nel 2011 la situazione riguardo produzione, importazione ed esportazione dell'olio d'oliva è stata la seguente:
  • Prodotte 482 mila tonnellate olio d'oliva 
  • Importate 625 mila tonnellate d'olio d'oliva e sansa
  • Esportate 402 mila tonnellate d'olio d'oliva e sansa
Dunque l'olio d'oliva "rimasto" in Italia è pari a 705 mila tonnellate.
Il consumo totale in Italia nello stesso anno, dalla stessa fonte, è stato di 750 mila tonnellate. 

In effetti il buco c'è, ma parliamo di un buco di 45 mila tonnellate e che considera, genericamente, l'olio d'oliva, e non l'extravergine d'oliva. Il risultato è 4 volte più piccolo rispetto a quello identificato dall'articolo de Il Salvagente. 

I dati che vi ho proposto sono vecchi di due anni quindi sono certo che la redazione de Il Salvagente ha a disposizione dei dati più aggiornati. Solo una cosa, dove possiamo consultarli?



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